mercoledì, febbraio 12

Don’t it always seem to go that you don’t know what you’ve got ’til it’s gone?

12 Febbraio 2516,
Almost Home / Bullfinch.
Interno notte.


Mitchell si rivolta nel letto, strappato alla cavalcata sul cuore pulsante, a forma di toro, di Bullfinch dal trillo insistente del cortex abbandonato sul pavimento. Grugnisce un’imprecazione impastata e rovescia le spalle nude, compatte di muscoli, oltre il bordo del materasso per allungare un braccio fino a terra. Con un solo occhio sbircia il mittente della chiamata, due rughe d'espressione congestionate alla radice del naso.

"God, Marsh … Sono le fottute tre del mattino."

Dall’altro capo del ’Verse non arriva nessuna risposta, ma fruscii confusi di un corpo riposizionato contro il pavimento, e lo sciabordio indistinguibile del contenuto di una bottiglia che innaffia gli spasmi del pomo d’Adamo.

"Fuck, are you drunk?"
"I’m just kind of … Havin’ a little dialogue with gravity."
"You're fucken’ drunk."
"Mi ha messo dei topi morti nel letto."
"Go to bed, dickhead."
"… -no, sul serio."

Mitchell rovescia nel comunicatore una risata impastata di sonno.

"Jeez, e ti ama o ti vuole crepato?"
"Uhh, dunno yet."
"Chrissake, topi morti …"
"It’s okay. Posso dormire nel letto di Bones."
"Who?"
"… Nessuno, un coglione che ci ha mollato."

Spalmato sul pavimento, le spalle larghe addossate alla carcassa della propria branda spogliata di lenzuola e privata del materasso, Marshall fissa il letto vuoto di Cristobal fino a farsi bruciare gli occhi per la necessità di battere le ciglia. Sprofonda nel buio pulsante custodito sul retro delle palpebre, lisciando il collo di vetro della bottiglia col pollice e cercando tastoni il cortex pad rotolato fra le proprie gambe.

"You okay?" – nella voce arrochita di Mitchell circola una nota di apprensione ruvida.
"Totally."
"Non fare lo stronzo."
"Non fare la baby sitter."
"Fuck you."
“Fuck you."
"Yeah, fine. Io torno a dormire, perché non- …"
"Fuck the fuck off."
"… Jeez."

Il minore dei Lee s’ingoia il sospiro esasperato del fratello con un ghigno ebbro di appagamento infantile, tornando cautamente a schiudere le palpebre in faccia alla luce fioca ed abbagliante del neon a soffitto.

"Hey, Mitch?"
"Mmh?"
"… I’m gonna be a dad."
"Wha- …"

'Click', Marshall interrompe la chiamata e lancia il cortex contro il muro con una parabola molle, spiandolo ruzzolare sul pavimento mentre rovescia la testa contro il bordo di ferro del letto e sghignazza, biascicando sulla bocca della bottiglia la strofa di una vecchia canzone.

"They paved paradise and put up a parking lot."