M. Lee




Well some say life will beat you down; break your heart, steal your crown.


(PRS 1213 8099 11627.)

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DESCRIZIONE FISICA


(Where you been hiding lately, where you been hiding from the news?
Cause we’ve been fighting lately, we’ve been fighting with the wolves.)



“He had been to touch the great death,
and found that, after all,

it was but the great death.
He was a man.“

Guardando ai muscoli snelli di Marshall non pensi alla potenza dei tori o dei cavalli di Bullfinch. Addosso gli trovi linee solide, affusolate, ridotte all'essenziale; carni compatte e leggere plasmate da e per il rodeo. Infuso di una bellezza aspra e disadorna, gli occhi dal taglio stretto e affilato gli sono valsi, in famiglia, il soprannome “Chino“ - particolarmente limpidi, il turbamento li ossida, rendendoli torbidi come il riflesso di nubi gravide su uno specchio d'acqua. Capelli fusi nel rame, restii alla disciplina; la barba, sempre vecchia di qualche giorno, tende al biondo. Ha un neo piuttosto distintivo sopra l'angolo sinistro della bocca. Naso adunco, ma contenuto, deviato nel segno di fratture ripetute. Si è rotto la spalla sinistra due volte. Mani grandi e ruvide, capaci di precisione impensabile. Il grosso delle sue emozioni è cucito dentro smorfie crude e sorrisi ripidi. Tradisce momenti di rara ingenuità e sporadiche recrudescenze infantili.

 


- Vistosa cicatrice a mezzaluna ricamata sul fianco destro a salire dall'anca. Sei tacche nere tatuate dentro l’avambraccio sinistro (attraversate da uno sfregio diagonale). Il nome “Justice“, sopra il cuore, e “Hope Red“ poco più in basso, incorniciati dalla cicatrice carnosa di due fori di proiettile. Un tatuaggio fatto in casa, dietro il rene sinistro: “O me dear land, if I forget you, lemme right hand forget what it's supposed to do.“ Una ferita d'arma da fuoco sotto la clavicola destra, un'altra dietro la coscia. L’abbozzo di un mezzo sorriso inciso a filo di coltello lungo la guancia sinistra. -

DESCRIZIONE CARATTERIALE


“If there is a witness to my little life,
to my tiny throes and struggles,
he sees a fool;
and it is not fine for gods to menace fools.

Né scontroso, né introverso; addirittura solare, quando lo scenario lo consente, affronta la vita con pragmatismo e leggerezza da incosciente. I suoi ghigni sono crudi, ma mai amari; l’asprezza dei lineamenti limpida come gli albori degli occhi. Spaventato da quasi niente a eccezione di se stesso, è uno sbandato inquieto ed irrequieto. Non sa stare fermo, perennemente tradito da una frenesia nervosa e cocente, come se nella carne stridessero centinaia di cavi scoperti. Schietto a una maniera irrefrenabile - sprovvista di malizia, anche quando sdrucciola sul terreno scosceso della provocazione. Non cerca il lato buono delle cose perché anche quello peggiore non lo scoraggia.
Nello sbrogliare le tensioni, di qualsiasi genere esse siano, rivela una spensierata tendenza al conflitto. Che si tratti di alzare la voce, o le mani, il temperamento tumultuoso non conosce strascichi di rancore o di rabbia: sfiamma facile, irretito dalla capacità istintiva di cedere attenzione immediata all’urgenza che più gliene richiede - accantonando il superfluo e, assai spesso, dimenticandolo.


(Veniva dalle selve inestricabili del cinghiale e dell’uro; era bianco, coraggioso, innocente, crudele, leale al suo capo e alla sua tribù, non all’universo.)

Selvatico, ma meticoloso. Si tiene lontano dalle droghe con rigore sospetto, evitando persino la bloom, e fuma molte sigarette. Si ubriaca raramente - ma clamorosamente, quando capita. Se nervoso, ha l’abitudine deprecabile di mangiarsi le dita; se molto nervoso, quella ancor più deleteria di cercare di sfasciarsele contro qualcosa. Brillante, ma mai addomesticato sul piano emotivo, si scontra con l'incapacità di metabolizzare certe relazioni umane in modo maturo e razionale. La vita ne ha affastellato i tratti caratteriali in strati sovrapposti: a prima vista un uomo facile da decifrare, ma ha tanti vicoli ciechi quanti un labirinto.
Chi lo ha visto al lavoro sa che ha l'abitudine bizzarra di canticchiare a bassa voce, quando taglia o ricuce qualcuno, specialmente quando ha per le mani operazioni complesse - dal carico di tensione ingombrante e bisognose di grande concentrazione. 

Che si sappia, non ha princìpi - tutto ciò che lo muove s’innesca tra pelle e muscoli.

CAPACITA'



“They were going to look at war,
the red animal — war, the blood-swollen god.
And they were deeply engrossed in this march.“

Marshall è un veterinario che ha sempre lavorato con le bestie, finché la prima guerra l'ha costretto a imparare la pratica medica sui campi di battaglia. Serenity Valley l'ha promosso, nel sangue, da macellaio a chirurgo.
Amante delle armi per retaggio genetico, sa fare a botte (ed è anche più bravo a prenderle), sa scalare il dorso dei tori e le creste inospitali delle St Louis Mountains, e nella giungla è quello che non calpesta mai un ramoscello secco. Dare la caccia ai cervi e ai leoni di montagna gli ha insegnato a leggere il terreno come divora i libri (purché siano scritti in inglese).
Parla l’inglese redneck degli States meridionali, con rare imprecazioni in mandarino.


[covo sicuro]


Il rifugio è localizzato fra le montagne di Bullfinch, nei pressi della miniera abbandonata a nord del Morgan River (x), quasi al margine della giungla che si stende fino al corso d’acqua. L’ingresso è mimetizzato al termine di uno dei numerosi tunnel incompleti che si attorcigliano nel ventre della montagna, difficilmente rintracciabile a meno di non sapere esattamente come muoversi nel dedalo di corridoi. Un pozzo di ventilazione buio e profondo tre metri conduce, tramite una scaletta di metallo non visibile dall’esterno, a una botola d’acciaio dall’aspetto malmesso e ossidato - pur contribuendo all’impressione fatiscente d’abbandono, quest’ultima è blindata elettronicamente e può essere sbloccata soltanto tramite codice numerico: qualsiasi tentativo di manomissione o errore nella digitazione invia automaticamente un allarme ad un massimo di tre diverse frequenze cortex, sigillando definitivamente l’entrata e rendendo il tastierino inattivo. Resta possibile aprire la botola e riattivarne la funzionalità dall’interno - dall’esterno, invece, sono necessari il cortex corrispondente a una delle tre frequenze autorizzate ed un pg di classe Meccanico. Sotto la botola si apre il rifugio vero e proprio. Due camere stagne di forma rettangolare, due metri d’altezza e dodici mq in totale, ed un bagno completo di doccia - ma privo d’acqua calda - ricavato sfruttando la prossimità di una sorgente sotterranea: è possibile avvertirne, sotto il pavimento, lo scrosciare amplificato dalla cavità di roccia attraverso cui si snoda e sulla quale sono affacciate le griglie di ventilazione che, tramite valvole regolabili manualmente, garantiscono il ricambio d’aria. La lega ricca di piombo e zinco che costituisce la montagna e la profondità cui è situato garantiscono la schermatura magnetica del covo e lo rendono non rilevabile. Impianto elettrico rudimentale, la cui energia è ricavata sfruttando il flusso di corrente sotterranea, i soli sistemi di sicurezza della botola e di ventilazione d’emergenza sono alimentati da batterie di lunga durata, da sostituire ogni sei / dodici mesi a seconda dell’utilizzo.


STORIA


(When the last light warms the rocks and the rattlesnakes unfold,
mountain cats will come to drag away your bones.)


“Do not weep, maiden, for war is kind.
Because your lover threw wild hands toward the sky
and the affrighted steed ran on alone,
do not weep.
War is kind.

(Primo strato.)
Amarillo è un comune di un centinaio d’anime ad est di Timisoara, verso le St. Louis Mountains. I coniugi Lee contano due maschi, Mitchell e Marshall, e due femmine, Sharon e Nina – la madre muore di parto nel dare la vita a quest’ultima, e il padre li lascia nel giro di poco, quando il morso di un cane rabbioso gli trasmette la malattia.
I Lee vivono fuori dalla città, in mezzo ai boschi. Mitchell è un buon cacciatore e Marshall ha imparato dal padre, prima che morisse, abbastanza per poterne rilevare la professione. Le ragazze fanno la loro parte; Nina per lo più in casa, dove si prende cura dei suoi fratelli – Sharon, invece, è troppo ambiziosa per relegarsi alle attività domestiche. Il suo sogno, quando i fratelli sfuggono alla miseria trovando lavoro presso il Red Hooves Rodeo, è riuscire a farsi valere nel cuore polveroso dell'arena – lo insegue, con successo, fino al giorno in cui un cavallo la sbalza di sella e la calpesta a morte. La tragedia familiare è di proporzioni inenarrabili. Marshall, che ha sempre camminato sulla sponda del fosso, ci sprofonda dentro e rischia a lungo di restarci sepolto.
Scoppia la guerra.
I fratelli Lee, naturalmente, si arruolano. C’è bisogno di medici – c’è sempre bisogno di medici – e Marshall, malgrado sia solo un veterinario, viene buttato in mezzo ai feriti che impara a ricucire.
La guerra viene persa comunque.
Mitchell e Marshall tornano a casa malridotti, ma entrambi vivi. Nina li accoglie con una neonata in braccio e l’ennesima brutta notizia – la moglie di Mitchell, Maryanna, è morta nel dare alla luce la bambina nell’umidità malsana di una cantina. La guerra non miete vittime solo al fronte.
È il 2515.
Sono passati quattro anni da quel giorno.

(Secondo strato.)
A quindici anni ha scommesso con Mitchell di riuscire a domare uno dei tori dell'Amarillo Stunnin' Rodeo. È caduto, fratturandosi la spalla per la prima volta, e durante la lunga convalescenza non ha trovato compagnia migliore dei vecchi libri di sua madre rinvenuti in qualche angolo di casa.
Malgrado i Lee non siano mai stati famosi per il loro fervore battista, Marshall ha spezzato ogni legame con la religione alla fine della guerra.


“Emotionally, I am an atheist.
I don’t have the evidence to prove that God doesn’t exist,
but I so strongly suspect he doesn’t that I don’t want to waste my time.“


(Terzo strato.)
Dopo la morte della sorella, la tendenza innocente e puramente ricreativa ad abusare di certi farmaci destinati agli animali ha assunto i risvolti di una seria tossicodipendenza - se l'è portata dietro fin nell'esercito, tra picchi di sobrietà e ricadute, liberandosene definitivamente appena un anno prima della battaglia di Serenity Valley [9 Gennaio 2510]

(Quarto strato.)

L'incidente di Sharon l'ha ossessionato in modi che lo hanno irrimediabilmente segnato, ma di questo è pressoché impossibile convincerlo a parlare.



AFFETTI



HOPE HURTS.





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There’s a war outside still raging, you say it ain’t ours anymore to win.
I want to sleep beneath peaceful skies in my lover’s bed, with a wide open country in my eyes and these romantic dreams in my head.


We made a promise, we swore we’d always remember:
no retreat, baby,
no surrender.


“… And in the eyes of the hungry there is a growing wrath.
In the souls of the people the grapes of wrath are filling and growing heavy,
growing heavy for the vintage.“
[liver]

She sells sanctuary.
“You smell like sunshine and gunpowder.“


[chest] Klaus Schmidt. [kidneys] Sundance Celsire. [knees] Philip Neville. [backbone] Del Reggard. [shoulders] Helene Orton. [knuckles] Dima Demidov.

It’s in the water, it’s in the story, it’s where you came from. The sons and daughters, in all their glory, it’s gonna shape them.
And when they clash, and come together,
and start rising...




“The tears of the world are a constant quantity.
For each one who begins to weep somewhere else another stops.
The same is true of the laugh.

[heart] Elian Chernenko. [loins] Andres Norum.



“Lord, grant me the serenity to accept the things I cannot change,
the courage to change the things I can,
and the wisdom to hide the bodies of those people I had to kill because they
pissed me off.“

[cancer] Jordan Fox. [stomach ulcer] Nathan Snow. [appendix] Lucian Farahani.



(residual fires.)

[lungs] Cristobal Oxossi. [hypothalamus] Ivan Volkov. [tongue] Zoe Morrigan.