martedì, dicembre 17

I'll take the long way home.

17 Dicembre 2515,
Safeport / Bullfinch.
Interno giorno.


"State bene?"
"Siamo vivi, abbiamo scorte per un paio di mesi."
"Poi?"
"Poi non lo so."
"Stronzate."
"… Poi usciamo, cazzo. Usciamo e faremo qualcosa."
"Casa nostra?"
"Dunno."
"…"
"Suze sta bene, ma non so niente di casa. Marsh, ascolta …"
"Saint Andrews è pulito. I culi blu non sono riusciti a sbarcare. Potreste trovare il modo di- …"
"Jeez, stai scherzando? … Christ, vuoi farci emigrare? Come dei profughi del cazzo? È questo che mi stai- …"
"Shit, Mitch, non lo so. Justice e Nina e- …"
"Fuck. Non andremo da nessuna parte, Jesus … Bullfinch non è un pianeta morto, dovessi innaffiare la terra col mio sangue."
"… Right."
"Tu invece?"

All'altro capo del cortex si consuma un silenzio fondo; a Mitchell non serve il collegamento video per indovinare il modo in cui suo fratello si sta masticando il pollice.

"… Devo finire questa cosa. Mi hanno chiesto di restare."
"Di restare."
"Yeah, to keep fighting and stuff."
"Right. … Right, you should."
"… Sì?"
"Fuck, certo che sì. Sarei lì se non avessi- …"
"Io dovrei essere lì. Tu e Nina non dovreste spalare da soli tutta questa mer- …"
"Fuck you, I know shit.“
"..."
"Dun' be such an asshole, lil’ brother. Divertiti."

Marshall gli ringhia di andare a farsi fottere un attimo troppo tardi, Mitchell gli ha già chiuso il cortex in faccia. Liscia l'arcata dei denti con la lingua, buttando il pad sulla branda scalcinata - che ha sfondato a calci nel giorno della presa di Bullfinch, - e rovesciando la schiena larga sul materasso. Intreccia le mani dietro la nuca, chiude gli occhi.
Dal naso gli scappa il fiotto secco di una risata.

Che stronzi, i Lee.