giovedì, agosto 7

Summer of ’04.

6 Agosto 2504,
Bullfinch (Amarillo).
Esterno giorno.


Il lenzuolo steso sull’erba è sgualcito dal rivoltarsi indolente dei loro corpi sdraiati all’ombra. Il sole lampeggia, tra le fronde larghe, come le cento facce di un diamante, e i capelli di Maryanna sono sparpagliati fra le pieghe della stoffa come raggi di luce caduti a terra.
Si gira lentamente su di un fianco snello, affondando il mento contro la spalla del ragazzone alto, solido, che la supera in altezza di tutte le spalle.

"Ieri ho incontrato Chino dietro al ferramenta, mi ha offerto della bloom."

Mitchell le stropiccia sul palmo della mano odorosa d’erba un sorriso dalla piega sardonica.

"Mi stupisce che non ti abbia offerto dell’altro."

Le biascica contro la pelle un 'ponyboy' sghignazzato, annusandole le dita ad occhi chiusi.
Li riapre, rivoltandogliene in faccia il verdazzurro terso e luminoso.

"… L’hai accettata?"

Lei si stringe nelle spalle con un sorriso teso, mezzo sfrontato e mezzo sfilacciato nell’apprensione. Prende un respiro e scrolla un assenso pigro con la testa, soffiando via qualche ciocca lunga con aria pretenziosamente svagata; sbirciando il maggiore dei Lee con la coda degli occhi verdi.

"Then he grabbed my face and kiss’d me. Deeply."


[…]

Marshall è seduto sul divano con un libro aperto fra le mani, talmente immerso nella lettura da non fare caso alla porta che si apre, poi sbatte; ai passi pesanti sulle assi del pavimento.
Solleva il muso appena in tempo per intercettare, con un’occhiata impreparata, le cinque dita robuste che gli strappano il libro di mano per scaraventarlo a terra. Nei muscoli gli è esplosa la torsione necessaria ad alzarsi quando la mano aperta di Mitchell lo risbatte a sedere, inchiodandogli le scapole contro lo schienale.

"Brutta faccia da culo."

Marshall rovescia occhi disorientati e fervidi a nello sguardo crepitante, brillante di un’irritazione fonda e brutale, del fratello maggiore.

"Oh, che cazzo ti ho fatto?"

Grugnisce, informandosi con la leggerezza cruda di chi ha la coscienza troppo sporca per cadere dalle nuvole, aprendo le mani all’altezza delle spalle percorse da un fremito irrequieto.
Mitchell rivolta sulle guance un ghigno scalpitante di fastidio.

"Ti devi imparare a tenere la lingua in bocca e la bocca al posto suo, Chino."

Nelle pupille di Marshall si torce un lampo di comprensione sfottente, che sbroglia lungo i muscoli un filo d’allerta.

"So wut. – arriccia un sorriso da lupo sul muso angoloso; – … Mi hai detto che c’ha le labbra più fottutamente morbide del pianeta, ti aspettavi pure che non ci andassi a mettere la bocca per provarle?"

Mitchell ride, tenendolo per il bavero. Ride forte.
Poi gli scarica un pugno in faccia.

Sharon passa la serata, dopo averli separati a calci, a imbustare ghiaccio per i lividi.




[Maryanna Bowen, 2504, Bullfinch]